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Ambico News
Articoli - 11 Maggio 2023

Torna l’incubo credit crunch, ma le imprese possono ancora ottenere finanziamenti. Ecco come.

Salgono tassi di interesse e inflazione, mentre la BCE certifica l’inasprimento del credito bancario. Garanzie e agevolazioni sono però ancora a disposizione delle imprese. Jonathan Morello Ritter (Ambico): «Alle aziende servono progetti chiari e piani economici sostenibili. E la conoscenza del territorio torna a essere centrale».

(Padova 11.05.2023) Aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione, economia che rallenta.  Una situazione che piace poco alle banche e, di conseguenza, alle imprese che, nonostante gli investimenti programmati, faticano a trovare finanziamenti.

Certo, in Italia l’industria – che, al contrario degli Stati Uniti, utilizza solo la leva bancaria per investire – può ricorrere ad alcuni strumenti per migliorare l’accesso al credito e diminuire il costo del denaro. Oggi, infatti, grazie al Fondo di Garanzia le banche possono essere garantite fino all’80% di quello che prestano alle imprese. Questo dovrebbe rassicurare le stesse, che possono inoltre essere garantite ulteriormente dai consorzi fidi, in grado di coprire fino al 100% del credito. E quindi la banca sembrerebbe non correre alcun rischio a concedere prestiti. Ma non è proprio così, e il credito alle imprese ne risente. «Le banche oggi necessitano di progetti chiari e concreti e di piani economici sostenibili, altrimenti le garanzie saltano. Ormai la valutazione del merito creditizio è centralizzata e le banche necessitano di documentazione adeguata. Allo stesso tempo, ultimamente, la conoscenza del territorio torna a essere centrale», dichiara l’imprenditore Jonathan Morello Ritter, a capo di Ambico, gruppo societario che assiste le imprese nell’accesso al credito.

La più recente indagine trimestrale della Banca Centrale Europea certifica come l’inasprimento del credito bancario nell’area euro si sia ulteriormente accentuato nel primo trimestre del 2023, con oltre una banca su quattro, il 27%, che ha riportato una stretta sui criteri di concessione di finanziamenti alle imprese. La stessa indagine aggiunge che “il ritmo di inasprimento è ai livelli più elevati dalla crisi dei debiti pubblici del 2011”. E per il secondo trimestre del 2023 le banche si attendono un ulteriore irrigidimento dei criteri di concessione dei prestiti sia alle imprese che alle famiglie, seppure a ritmi più moderati.

Alla luce di tutto questo, i “numeri” attuali e prospettici che esprime l’azienda diventano fondamentali nel consentire di darle un voto e nel facilitare il suo accesso ai finanziamenti. Piani economici – meglio noti ormai come business plan -, modelli organizzativi e strategie tornano quindi centrali per accedere o meno al credito. E le banche Fintech, considerate “costose”, ora tornano a essere appetibili grazie alla loro rapidità e capacità di capire e credere nei progetti imprenditoriali. Inoltre, opportuni piani sulle agevolazioni in corso permettono anche di ridurre il costo degli interessi bancari: «Grazie, ad esempio, al cosiddetto contributo Sabatini le aziende possono ottenere un beneficio enorme nel finanziare investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali e attrezzature, hardware, software e tecnologie digitali. Si pensi che un’azienda che ha il 5% di spread, con la Sabatini arriva allo 2,25%. Purtroppo, però, molte imprese non conoscono le opportunità a disposizione e perdono molte occasioni», conclude Morello Ritter.

Affermazioni, le sue, corroborate dai fatti. Secondo una statistica UE, il 38% delle imprese italiane vede i suoi tentativi di ottenere un’agevolazione finanziaria non andare a buon fine, mentre, stando ai dati forniti dalla Corte dei Conti, il 69,3% dei contributi agevolati destinati alle PMI non viene sfruttato. Diventa lampante la necessità per le imprese di affidarsi a un partner specializzato in finanza agevolata, in grado di evitare errori nella documentazione. Errori che rischiano di costare ancora più cari oggi, alla luce della nuova stretta creditizia in essere.